mercoledì 13 febbraio 2013

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sembra un film.

l'immaterialesimo si potrebbe immaginare come una rappresentazione di inquadrature e carrellate su particolari di scenari spogli di oggetti e di persone attraverso telecamere minuscole che sembrano lucine di natale che vagano in uno spazio che fa a meno di tutto.
il vettore sono le parole che la memoria trasmette di generazione in generazione attraverso onde invisibili e totalmente mute.
si nasce dall'idea della parola nascere e si muore quando si pensa alla parola morire e così via, ma sempre in assoluto silenzio.
quando due o più immagini cozzano tra loro, la luce si spegne e per riaccenderla occorre una nuova parola così da evitare qualsiasi conflitto, ma lo stesso vale anche nel caso in cui la visione sia condivisa perché le unioni potrebbero ridare vita a comunità in grado di riproporre la materia e far rinascere la memoria delle parole dimenticate.
dei cinque sensi di oggi ne è rimasto nessuno. anche la vista benché tutto sia espressione visiva è sparita perché è l'idea dell'immagine che rende reale questa civiltà evoluta dal declino del millennio precedente che ha visto quali unici superstiti entità via via sempre più orientate alla ricerca di nuovi linguaggi capaci di uscire dal loop dei luoghi comuni e delle frasi fatte in cui, i meno dotati, hanno nel tempo esaurito il propellente.
il resto si è dapprima disposto in varie densità di maggiore o minore intensità per finire poi in un vuoto di parole note proiettato verso forme espressive mai tentate.
nessuno può vedere come si muova agisca l'immaterialesimo si può solo ipotizzare che possa esistere in futuro e far finta di poterlo osservare da fuori di esso, senza tuttavia comprendere esattamente come sia, né poterne descrivere le dimensioni perché esse sfuggono ai parametri precedenti e soprattutto perché non ne hanno nessuno.
niente può codificare schemi di fatto assolutamente casuali e improvvisati.
le parole per farlo sono state le prime a venire abbandonate insieme a tutte quelle di cui si era per troppo tempo abusato per trarne profitto o per interesse.
il concetto di esistenza è assente, vigono l'alternanza, l'intermittenza, l'esserci o meno è irrilevante.
l'essenzialità della sintesi di un'immagine efficace, veloce come un battito di ciglia, da tramandare senza bisogno di nomi propri e sostantivi per evocarla, ma per questo dovranno passare altri secoli.
è un altro film.

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